Per Poggio Antico le Unità di Suolo rappresentano un vero e proprio cambio nell’approccio alla gestione del vigneto. Sono un nuovo modo di concepire il lavoro in vigna che si adatta e si modifica Unità per Unità. Per capire come Poggio Antico agisce secondo le Unità di Suolo, abbiamo intervistato Pier Giuseppe D’Alessandro, Direttore Generale di Poggio Antico.
Pier Giuseppe, perché le Unità di Suolo rappresentano un modo nuovo di concepire il vigneto?
Fino a poco tempo fa, punto di riferimento di Poggio Antico erano i singoli vigneti identificati da un toponimo e da un riferimento geografico ben preciso.
Le minuziose analisi dei terreni che abbiamo condotto negli ultimi anni ci hanno svelato che, all’interno di uno stesso vigneto, esistono “porzioni” molto diverse tra loro per tipologia di suoli, sviluppi vegetativi e tempi di maturazione.
Sono queste le Unità di Suolo: “parcelle” interne ai vigneti che hanno bisogno di essere coltivate, gestite e vendemmiate in maniera diversa, perché espressioni di diversi caratteri.
Che cosa significa concretamente ragionare per Unità di Suolo?
Significa capire, analizzare e progettare interventi mirati, considerando ogni Unità di Suolo come un “microcosmo” a sé stante: scegliere il giusto grado di concimazione, seguire lo sviluppo vegetativo di ogni Unità cercando di agire opportunamente con operazioni “ad hoc”, monitorare il grado di maturazione delle uve di ciascuna Unità di Suolo in maniera costante e continuativa per programmare il momento ottimale della vendemmia in modo progressivo e puntuale.
Qual è l’obbiettivo agronomico di questa differenziazione plot-by-plot?
Il nostro scopo è quello di aiutare ogni Unità di Suolo ad esprimere il massimo della sua potenzialità favorendo l’equilibrio del sistema suolo-pianta. Se ogni Unità di Suolo ci concede la perfezione del frutto, allora sarà molto più interessante per l’enologo comporre i futuri blend. Per usare un paragone, pensate alle Unità di Suolo come a strumenti musicali. Il direttore può creare una vera sinfonia solo se ogni strumento è suonato da un professionista capace di armonizzare il proprio talento a quello dell’orchestra. Dalla giusta “musica” di ciascuna Unità di Suolo otteniamo la sinfonia del blend.
Cosa comporta agire secondo questa nuova filosofia?
Più tempo in vigneto, più ascolto, più “partecipazione” allo sviluppo vegetativo e qualitativo delle singole Unità di Suolo. I tempi delle lavorazioni si allungano perché sono parcellizzati. Il centro delle attenzioni non è più quello che tu vuoi fare della vigna, ma ciò che la vigna ti chiede. Le Unità di Suolo, in fondo, sono un mettersi al servizio delle piante e delle loro necessità: se stanno meglio, saranno più generose.