Ogni fine anno porta con sé riflessioni e gratitudine – per i traguardi raggiunti, per ciò che ci ha insegnato il lavoro quotidiano, e per le persone che sono state testimoni di questo viaggio. Il 2024 è stato un anno che ha lasciato il segno, non solo per i risultati, ma per le basi solide che abbiamo continuato a costruire.

Per raccontare, in chiusura di questa sfidante annata, cosa è stato e cosa sarà Poggio Antico, lasciamo la parola a Pippo d'Alessandro, il nostro Direttore Generale.

“Mentre ci lasciamo alle spalle il 2024, sento soprattutto gratitudine: verso il nostro team, verso chi ci sostiene e, non ultimo, verso la nostra terra. È stata una stagione complessa, come spesso accade per chi lavora a stretto contatto con la natura, ma ricca di soddisfazioni.

La vendemmia di quest’anno è stata spinosa;  nonostante le sfide climatiche, però, le nostre piante si sono dimostrate forti, resilienti, pronte ad affrontare il difficile equilibrio che caratterizza ogni annata. Grazie all'impegno della squadra e a una gestione attenta e rispettosa del vigneto, abbiamo portato in cantina frutti che promettono vini eleganti, di grande freschezza. Questo non ci rende solo fiduciosi sulla qualità dei vini che nasceranno, ma anche orgogliosi del lavoro che stiamo portando avanti in vigna – un lavoro che parte da lontano, fatto di studio, ricerca e presenza.

Guardando indietro, il 2024 è stato un anno che ci ha fatto sentire il valore della comunità. Abbiamo portato i nostri vini in giro per il mondo, partecipando a fiere ed eventi che ci hanno permesso di incontrare appassionati, professionisti e amici vecchi e nuovi. Tornare a casa, però, è sempre speciale, e ospitare giornalisti e appassionati nella nostra cantina è sempre la nostra parte preferita: è qui, tra le vigne, che possiamo davvero raccontare chi siamo e in cosa crediamo.

È stato un anno speciale anche per i riconoscimenti: dopo un lungo percorso di crescita, i Tre Bicchieri del Gambero Rosso sono tornati a Poggio Antico, questa volta per il nostro Brunello 2019. I nostri vini hanno raccolto ottime recensioni anche sulla scena internazionale, ottenendo punteggi sempre migliori nelle più importanti testate - Robert Parker, Decanter, Wine Spectator, Wine Enthusiast, The Drinks Business, Jancis Robinson, Falstaff e non solo. Ogni riconoscimento è una conferma, ma soprattutto un incoraggiamento a proseguire per la nostra strada.

Sul fronte delle collaborazioni, abbiamo avviato due progetti per noi molto significativi: il primo con Marco Simonit, che oggi affianca il nostro team  nel lavorare ad un metodo che assicuri sempre meglio la salute e la longevità delle nostre piante; il secondo con Pierre Le Hong, che con le sue videomappe 3D ha creato un’esperienza immersiva che ci aiuta a comunicare con più immediatezza e trasparenza il territorio e il suo legame con i vini.

Questi momenti di crescita ci portano a riflettere su ciò che guida il nostro lavoro. Poggio Antico non è un progetto personale – è una realtà radicata nel luogo, nella sua storia e nelle sue singolari caratteristiche. Qui facciamo vino, certo, ma il vino è solo il risultato di un processo che ha come vero protagonista il vigneto: un bene prezioso, che va oltre il tempo, e che abbiamo ricevuto in eredità con l’intento di conservarlo e portarlo nel futuro.

Il nostro obiettivo, quindi, è che il vigneto resti sano e vitale il più a lungo possibile, ben oltre la nostra permanenza e qualsiasi cambiamento il futuro possa riservare. Ogni passo che facciamo non è solo una reazione all’annata in corso - né il tentativo di fare il miglior vino del mondo - ma piuttosto la scelta di costruire un cammino che perduri nel tempo, per le generazioni future.

Questa visione guiderà uno dei nostri progetti più ambiziosi per il prossimo anno: il reimpianto di Madre, che diventerà un vigneto sperimentale, non tanto per le varietà – lavoreremo esclusivamente con Sangiovese, su portainnesti già consolidati – ma per il sistema pianta-struttura.

Stiamo progettando di testare diversi sistemi dinamici, che possano adattarsi alle esigenze della pianta nel tempo e ai cambiamenti climatici: l’obiettivo è trovare una struttura flessibile, che non solo supporti la crescita della vite, ma che le permetta di esprimersi al meglio anche in condizioni mutevoli. È un progetto a lungo termine, ma siamo convinti che questo tipo di lavoro rappresenti una risposta concreta alle sfide del futuro.

Parallelamente, continua il nostro lavoro sulla progettazione della nuova cantina, disegnata dall’architetto Marco Casamonti. Sarà un luogo in cui innovazione e sostenibilità si incontrano, capace di raccontare Poggio Antico non solo attraverso il vino, ma anche attraverso un’architettura che si integra nel paesaggio e dialoga con esso. Non vediamo l’ora di potervela mostrare.

Grazie per esserci a fianco in questo viaggio. Da Poggio Antico a voi, l’augurio di una buona fine e un altrettanto buon inizio di anno!”